Preghiera ecumenica per le vittime dello Sri Lanka

Il GID (Gruppo Interconfessionale in Dialogo) di Ancona ha organizzato ieri pomeriggio un incontro ecumenico di preghiera, di solidarietà e di sostegno alle chiese cristiane vittime del terrorismo religioso nello Sri Lanka. Alla funzione hanno partecipato l’arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina, il presidente della Comunità islamica marchigiana, Mohamed Nour Dachan, e i rappresentanti delle confessioni cristiane: Ionel Barbarasa (Chiesa Ortodossa Romena), Greetje Van der Veer (Chiesa Evangelica Metodista), Gionatan Breci (Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno), don Valter Pierini (Chiesa Cattolica). Le offerte raccolte, al termine della preghiera, saranno devolute alle comunità cristiane colpite.
«Marco Polo definì lo Sri Lanka l’isola più bella del mondo – ha detto l’arcivescovo – ma quell’isola che per la sua forma e posizione è anche detta lacrima dell’India, piange per una strage senza precedenti. Questi sono i numeri del massacro avvenuti il giorno di Pasqua: otto bombe, tre chiese e tre hotel colpiti dai kamikaze, 253 vittime, tra cui 45 bambini e oltre 500 feriti. I morti dello Sri Lanka ci ricordano che il vero credente non toglie la vita, ma la dona. Dalla Pasqua viene una corale risposta di vita a quelli che uccidono. I credenti in Cristo di ogni confessione vivono un chiaro ecumenismo di sangue e di martiri. Questa sera facciamo una atto forte: ripudiamo ogni forma di violenza e di terrorismo. Cerchiamo la pace per la fratellanza umana, quella che Dio vuole per tutta l’umanità». «Condanniamo con il cuore – ha detto Dachan – gli atti di terrorismo provocati da criminali e assassini nello Sri Lanka, in Nuova Zelanda e a San Diego. Credo che lo spirito di Assisi, di papa Giovanni Paolo II e di papa Francesco sia la strada che dobbiamo perseguire. Gli uomini e le donne religiose hanno il dovere di contrastare vivamente quello che sta succedendo nel mondo. Musulmani e cristiani devono rimanere uniti. Non riuscirà il male a dividerci e a farci scontrare».
Durante la preghiera è stata letta una parte del Documento sulla Fratellanza Umana, firmato a febbraio ad Abu Dhabi da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.